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di Luigi Ottobre

Il Napoli torna oggi al lavoro al Centro Tecnico di Castel Volturno. Da preparare c’è il match di sabato contro l’Hellas Verona, in programma alle 18 allo stadio San Paolo. Quella contro gli scaligeri sarà la prima gara del nuovo tour de force che vedrà impegnati i ragazzi di Ancelotti fino alla prossima sosta di metà novembre, quando la Serie A lascerà nuovamente spazio alla Nazionale di Roberto Mancini. Gli azzurri saranno impegnati nel doppio impegno di campionato e Champions al ritmo di una partita ogni tre giorni, affrontando in successione Verona, Salisburgo, Spal, Atalanta, Roma, di nuovo gli austriaci in Europa e infine il Genoa.

Assenti a Castel Volturno diversi giocatori impegnati in giro per il mondo con le rispettive Nazionali, cosa di cui Ancelotti potrebbe tener conto nelle scelte da compiere in vista non solo del match di sabato ma anche dei diversi impegni ravvicinati. E che dunque potrebbe influire nella decisione dell’undici titolare da mandare in campo nella sfida contro gli uomini di Juric.

L’uso estremo del turn over e i diversi moduli impiegati finora sembrano aver generato una sorta di smarrimento nell’ambiente partenopeo, con un Napoli involuto nel gioco e nei risultati

Ecco perché c’è curiosità nel capire se il tecnico azzurro sceglierà di continuare per la strada intrapresa fin dall’inizio della sua avventura all’ombra del Vesuvio (largo turn over e 4-4-2) o deciderà di cambiare tattica insistendo su un modulo più affine alla rosa partenopea, affidandosi ai più in forma del momento. Il tutto per riprendere a dare risposte su quel che sarà la stagione di un Napoli già costretto a inseguire in Italia e a conquistare gli ottavi di Champions dopo un sorteggio benevolo e una partenza super che l’ha visto battere il Liverpool campione d’Europa, capace di vincere in Premier League 8 partite su 8.

TRA IL 4-3-3 E IL 4-4-2 – Nell’ultimo turno di campionato contro il Torino, Ancelotti ha optato per il 4-3-3 (che variava in 4-1-4-1). Nonostante il deludente 0-0, questo sistema di gioco continua ad essere più corrispondente alle caratteristiche dei vari giocatori a disposizione del tecnico. Vero che un modulo conta fino a un certo punto – soprattutto in una squadra in cui questo tende a variare spesso all’interno della partita stessa – ma è pur vero che consente ai giocatori azzurri di ricoprire ruoli a loro più congeniali, così da svolgere compiti che sono più nelle proprie corde.

E così, il 4-3-3 riporterebbe Allan, Fabiàn e Zielinski nei loro ruoli naturali di mezz’ala – con Elmas a fare da regista – e Insigne, Lozano e Callejon in quelli di attaccanti esterni, rendendoli più pericolosi sotto porta vista la sterilità riscontrata in attacco nelle ultime uscite. Proprio il capitano e il messicano sono tra quelli maggiormente in difficoltà nel grigiore che sta attorniando ultimamente i partenopei: ricollocarli in ruoli più consoni alle loro attitudini potrebbe essere la soluzione più ideale a rilanciarli.

L’unico problema del 4-3-3 è la mancanza di un numero congruo di centrocampisti per far fronte ai diversi impegni che attendono il Napoli. Ecco perché non è da escludere del tutto un ritorno al 4-4-2 o un’alternanza tra i due moduli. Tuttavia, a prescindere dal sistema di gioco, sarà necessario limitare l’eccessivo turn over, in modo da creare un’ossatura formata da chi presenta una migliore forma fisica e consentire il consolidamento degli automatismi di gioco, quel gioco che fino a qualche settimana fa era il punto di forza di questa squadra.

Luigi Ottobre