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MADDALONI- Un intervento tre volte record: per l’età della paziente, per i tempi rapidi di intervento e quelli certi di recupero. Ricomposta la frattura al femore su una donna centenaria di Pastorano. Ricoverata meno di 48 ore fa, è stata operata dall’equipe del dottor Mirra e da quella di anestesia del dottor Lerro. E la prossima settimana, nonostante le preoccupazioni legate all’età e giusto il tempo di superare la fase post operatoria, potrà tornare anche a casa in buone condizioni generali di salute. Il fatto eccezionale è che, una volta archiviata la fase chirurgica (considerata delicata per l’età della paziente), la nonnina di Pastorano già si prepara al percorso riabilitativo. Il buon esito dell’intervento ortopedico è stato finalizzato anche all’abbattimento delle possibilità di complicanza e alla tutela dell’autonomia della persona. Nonostante tutto, nonostante la mancata cura e programmazione della sanità pubblica e territoriale, la professionalità è più forte di tutto. Anche del gap logistico e di personale (che diventerà ancora più grave con i pensionamento e e l’effetto della quota cento), a Maddaloni sono lontanissimi i tempi in cui, sempre a causa della disorganizzazione e la mancanza di risorse, il locale nosocomio era stato relegato (per l’intervento pilota sul collo del femore) all’ultimo posto nazionale secondo le indicazioni di Bankitalia e la classifica de “Il Sole 24 Ore”. Da allora, a dispetto dei lenti miglioramenti nella classifica dell’indice di «appropriatezza organizzativa», si sono fatti grandi passi in avanti grazie all’«appropriatezza clinica», in appena cinque anni, il plesso è passato al quinto posto nazionale. Tutto questo a dispetto della pletora di gestori politici o pseudotali che gestiscono la sanità virtuale (quella delle poltrone e del consenso) e non quella reale cioè commisurata ai bisogni dei pazienti e del territorio.

Redazione