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MADDALONI- La mobilitazione caparbia del Comune di Maddaloni (che dura da 10 anni), per approdare alla costruzione del casello autostradale sull’A30, non si ferma. E nemmeno quella di Autostrade per l’Italia che, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso presentato in solido con  «Consorzio stabile Arem» e avverso all’annullamento dell’affidamento dei lavori (deciso dal Tar), le operazioni di movimento terra, nell’area di uscita e entrata, andranno avanti. In contemporanea, avviate pure le procedure di «giustificazione dei prezzi» destinate alla seconda impresa in graduatoria nel caso di un’ipotesi di subentro. Insomma, qualsiasi cosa deciderà il Consiglio di Stato, l’opera deve essere realizzata. Eppure, si è manifestato l’ostacolo più duro: la burocrazia. Così, prima Autostrade e ora il Comune sono in aperto scontro con la Sovrintendenza. E’ una mobilitazione contro il rischio rallentamento dei lavori e poi di paralisi dei lavori. Sull’intera area, furono trovate tracce di vestigia romane e impronte di carri, pertanto sono state imposte procedure di movimenti terra sotto la supervisione di archeologi. Le imprese hanno provveduto a dotarsi di personale dedicato ai controlli (due operai e un archeologo) ma paradossalmente manca l’indicazione della modalità con cui devono essere eseguite le opere di scavo. Da qui, il pressing sulla Sovrintendenza. Buone notizie invece per il completamento della bretella di collegamento alla viabilità ordinaria e innesto sull’ex statale 265, l’opera è vicina al completamento.

Redazione