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MADDALONI- Di data in data, spunta un appuntamento che potrebbe aprire le porte di qualche cantiere per il 70 edili impegnati nel completamento dell’Interporto Sud Europa. Oggi, nel vertice coordinato dal sindaco Andrea De Filippo, con il mangement dell?ise e i sindacati, si sono fatti piccoli passi in avanti. Potrebbe essere il 15 marzo la data della svolta con la riapertura di tre capannoni in sospeso. Ma le incognite sono più numerose delle scarse certezze. Non si sa se ci sarà un’unica azienda subentrante o più di una. Una solo soggetto attuatore aprirebbe le porte ad una assunzione in massa. Diversamente, la parcellizzazione dei lotti porterebbe ad uno scaglionamento forzato degli edili e ad assunzioni contingentate. Si intravede una bozza di cronoprogramma: apertura di un piccolo capannone, su Maddaloni; ripartenza di tre su Marcianise e entro aprile decollo di un capannone aggiuntivo. Ma sono solo ipotesi. Al momento, le parti si rivedranno giovedì 28 febbraio. E solo allora si saprà se davvero si torna al lavoro a partire dal 15 marzo e soprattutto quante unità saranno assorbite. Secondo una prima proiezione a tornare in cantiere non saranno più di dieci unità. La sensazione, salvo sorprese dell’ultimo minuto, è che l’epoca della monocommittenza, dei grandi gestori sia finita. Si procederà per singoli lotti, con singole aziende e in funzione dell’evolversi delle richieste di mercato. Un segnale che lascia presagire uno scaglionamento ad oltranza del personale. Ma è troppo presto per fare previsioni. Ed è troppo azzardato ipotizzare svolte risolutive immediate. L’altra certezza è che la disoccupazione in Aspi resta l’unica ancora a cui possono aggrapparsi gli edili ancora senza cantieri e senza lavoro. Sebbene i cantieri siano abbandonati e il lavoro da fare sia tanto.

Redazione