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In EvidenzaMADDALONI- Faccia faccia sui temi della sanità territoriale, e non solo, tra il manager dell’Asl Russo e l’on. Antonio Del Monaco (M5S). Incontro urgente motivato da alcune emergenze emerse nelle ultimi giorni.
Cosa ha spinto a questo incontro?
Si è generato un allarme diffuso e generalizzato sulla tenuta e addirittura il mantenimento dei servizi dell’unità operativa di salute mentale. Come psicologo innanzitutto ho sentito il bisogno di mobilitarmi.
Si chiude?
No, si apre. Esiste un problema di personale. Sono in corso le procedure di assunzione che, per la precisione, verranno completate entro 15 giorni. Allo scadere, gli organici verranno riportati alla condizione originaria e così i servizi.
Ma a proposito di servizi nel limbo, quando ritorna il SerD a Maddaloni?
Per il servizio di dipendenze, il ritorno è un obbligo e non si discute. C’è un problema logistico. Direi di natura pratica: è scarta scartata l’ipotesi di allocare uffici e ambulatori nei pressi unità immobiliari non indipendenti o presso condomini. Per farla brave, è stata scartata l’ipotesi di un collocamento presso le strutture del distretto sanitario. Il SerD ritornerà ma serve una soluzione logistica indipendente sul territorio. Per questo è stato mobilitato anche il comune per trovare una soluzione.
Quindi la soluzione è tutta da trovare?
Va trovata una casa per il SerD che non potrà più tronare presso l’ospedale.
E per l’emergenza delle emergenze ovvero la vaccinazione degli ammalati allettati e in particolare gli ultraottantenni non autosufficienti, come potranno ricevere il vaccino?
E’ una questione che abbiamo affrontato senza remore. Innanzitutto esiste un team per la somministrazione a domicilio. Per gli allettati non esiste altra soluzione. Ma è stato ammesso che le procedure sono molto lunghe. In media, per raggiungere, inoculare la dose, garantite l’assistenza successiva ci vuole almeno un’ora. Il che rallenta e di molto le azioni fatte sul territorio. Al momento, sono state raggiunte 235 persone.
Non basta…
Infatti, si sta cercando di potenziare l’azione dell’unità operativa mobile. Ma serve il coordinamento fattivo con i medici di base, la ragione e i distretti. Al momento, l’intero sistema di assistenza per le persone fragili è in totale allestimento. Giorno per giorno verificheremo come e quanti utenti saranno raggiunti. Nessuno può essere lasciato solo. E nessuna famiglia deve sentirsi abbandonata.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa con braccialetto elettronico emessa nei confronti di un quarantaduenne, originario del capoluogo, ritenuto gravemente indiziato -allo stato delle indagini- del reato di […]
CronacaI Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa con braccialetto elettronico emessa nei confronti di un quarantaduenne, originario del capoluogo, ritenuto gravemente indiziato -allo stato delle indagini- del reato di atti persecutori in ipotesi aggravata. Il provvedimento è stato disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino su richiesta di questa Procura della Repubblica, che ha coordinato le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino. Le investigazioni hanno consentito di ricostruire un grave quadro indiziario a carico dell’indagato, legato alla parte offesa da una relazione sentimentale durata circa un anno e conclusasi nell’aprile del 2022. In particolare, a seguito dell’interruzione della relazione con la donna, l’uomo avrebbe iniziato a inoltrarle messaggi, squilli anonimi, videochiamate, anche ricorrendo a utenze telefoniche diverse, chiedendole continuamente incontri di persona. L’indagato avrebbe posto in essere ripetuti appostamenti col fine di seguire la vittima durante i propri movimenti, talvolta ricercandone il contatto per intimidirla e, in talune occasioni, minacciandola di sfregiarla lanciandole dell’acido in volto se avesse deciso di denunciarlo alle Autorità. Tali comportamenti sono stati ritenuti idonei a provocare nella vittima uno stato di ansia e di paura capace di costringerla a evitare di uscire di casa e di frequentare altre persone, a privarsi della linea wi-fi a servizio della propria abitazione e a sostituire la propria autovettura con un’altra.
Martedì 26 marzo scorso, si è svolto, presso l’Istituto comprensivo “San Tommaso D’Aquino” di Salerno, unincontro con gli studenti promosso dalla dirigenza del plesso e dal locale Comando Provinciale della Guardia diFinanza.Il progetto, indirizzato ai frequentatori della scuola primaria e secondaria di primo e secondo […]
CronacaMartedì 26 marzo scorso, si è svolto, presso l’Istituto comprensivo “San Tommaso D’Aquino” di Salerno, un
incontro con gli studenti promosso dalla dirigenza del plesso e dal locale Comando Provinciale della Guardia di
Finanza.
Il progetto, indirizzato ai frequentatori della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, ha avuto
come obiettivo quello di divulgare il concetto di sicurezza economica e finanziaria anche e soprattutto attraverso
il contatto diretto e la collaborazione con le Forze dell’Ordine.
L’evento, che si è svolto presso la sede scolastica “Don Peppe Diana”, sita nel quartiere “Matierno”, e a cui
hanno partecipato numerosi studenti, accompagnati dai propri insegnanti, ha avuto inizio con la proiezione di un
filmato sui compiti della Guardia di Finanza e l’illustrazione dei settori di specialità che vedono tutte le
componenti del Corpo impegnate giornalmente nel contrasto al traffico degli stupefacenti, all’evasione fiscale,
allo sperpero delle risorse pubbliche, alla falsificazione dei marchi, ala violazione delle norme sul diritto d’autore
e sul made in Italy e alle altre forme di illegalità più o meno diffuse nel Paese.
I ragazzi hanno poi soddisfatto la loro curiosità con domande sulle attività di servizio svolte dalle Fiamme Gialle
salernitane.
Dopo questa prima fase, nella palestra dell’istituto i giovani hanno potuto assistere anche ad una esibizione
pratica delle unità cinofile del Corpo, durante la quale è stato descritto il lavoro che ogni giorno cane e
conduttore svolgono nei diversi scenari operativi, in special modo per la repressione dello spaccio e del traffico
di sostanze stupefacenti.
Il 2023 era iniziato da pochi giorni quando un acquisto inaspettato si trasformò in un fenomeno mediatico. Un uomo acquistò sul web una scena campestre da aggiungere al presepe. Nel “pacco”, però, arrivò un carico di 10 chili di erba. Non quella per abbellire le […]
CronacaIl 2023 era iniziato da pochi giorni quando un acquisto inaspettato si trasformò in un fenomeno mediatico.
Un uomo acquistò sul web una scena campestre da aggiungere al presepe.
Nel “pacco”, però, arrivò un carico di 10 chili di erba. Non quella per abbellire le rocce di Betlemme ma marijuana pronta per essere dosata e venduta.
Allo stupore per l’errore evidente, si aggiunse una domanda più che lecita: “Chi avrà ricevuto i due pastori invece del carico di droga?”
E per continuare la tradizione degli acquisti online finiti male, ci spostiamo a Pompei.
Nel cuore della mattinata, un 43enne ha suonato alla porta della stazione dei Carabinieri.
E’ un professionista, incensurato, col volto pallido. Tra le mani una scatola imballata.
Qualche giorno prima – ha raccontato ai militari – aveva acquistato su un portale online un box di 50 figurine di calciatori.
Quando si è ritrovato ad aprire il pacco non ha trovato solo i volti dei campioni del calcio.
Con loro anche due buste di cellophane sigillate contenenti polvere bianca.
Quella roba aveva un’aria sospetta.
Così si è lanciato in auto fino ai Carabinieri, con la speranza di non essere fermato da qualche pattuglia durante il tragitto. Sapeva in cuor suo che la scusa dell’acquisto online non avrebbe retto e sarebbe sicuramente finito nei guai.
Ebbene, i militari hanno preso in consegna il pacco e analizzato la sostanza all’interno con un narcotest. Poteva essere bicarbonato o farina e invece era eroina. Pura.
180 grammi di stupefacente, un carico del valore di diverse migliaia di euro.
La droga è stata sequestrata ma continuano le indagini per risalire al “negoziante” sbadato.
E soprattutto a quel pusher che dovrà attendere per riprendere la venduta.
Riceviamo e pubblichiamo ROMA- Malumore tra i militari. A fronte delle ultime direttive da parte dello Stato Maggiore Esercito circa le istanze di trasferimento, il segretario generale dell’associazione sindacale “Libera Rappresentanza dei Militari” (LRM), Marco Votano, ha scritto una nota diretta allo stesso Stato Maggiore e […]
ItaliaRiceviamo e pubblichiamo
ROMA- Malumore tra i militari. A fronte delle ultime direttive da parte dello Stato Maggiore Esercito circa le istanze di trasferimento, il segretario generale dell’associazione sindacale “Libera Rappresentanza dei Militari” (LRM), Marco Votano, ha scritto una nota diretta allo stesso Stato Maggiore e al Ministro della difesa.
Nella missiva si legge: “Da una prima analisi della direttiva circa i trasferimenti, emergono diversi elementi che di fatto hanno causato molto malumore tra i destinatari della stessa. Invero, si evincono disposizioni estremamente discriminatorie per il personale potenzialmente fruitore, ivi comprese illogiche esclusioni e parametri che nulla hanno a che vedere con il concetto di meritocrazia o attenzione verso elementi di tutela. Il personale interessato ad un trasferimento, che dopo anni passati lontano dai propri affetti e dai propri cari, in nome di una scelta lavorativa che ha la sua specificità, ha cercato di coordinare e programmare esigenze di lavoro con quelle familiari attendendo e mettendosi nelle condizioni di avvicinarsi, nel tempo, ad una sede di servizio più consona alle esigenze familiari e comunque più congeniale alle proprie aspettative”.
Votano poi sottolinea: “Malgrado l’adattamento dei militari alle esigenze della forza armata, vedono ogni anno cambiare le regole tanto da trovarsi un anno troppo giovani ed un anno troppo anziani per poter produrre istanza, stessa istanza che sembra assumere più i caratteri di un concorso “truccato” che esclude a priori e ingiustificatamente intere categorie di lavoratori e ne agevola enormemente altre”.
Più avanti nella nota, il segretario generale riporta quanto emerge dalla nuova circolare: “In primis, in sfregio alle norme di tutela alla genitorialità e della disabilità, chi osa fare istanza di temporanea assegnazione perché gli nasce un figlio o magari da genitore deve accudirlo perché gravemente malato, questo militare non merita la possibilità di fare istanza e vedersi riconosciuti gli stessi punteggi dei suoi commilitoni per la distanza chilometrica e neppure per la presenza di figli e famiglia.
Se invece non ha la fortuna di essere temporaneamente assegnato ed aspiri ad un trasferimento, non può concorrere per più sedi. La cosa assurda è però che non vengono comunicati né il numerico dei posti che vengono messi a disposizione nè tantomeno in quali Reparti. La direttiva in parola prevede che per gran parte delle qualifiche non occorre aver superato i 40 anni.Verrebbe da sorridere se non fosse assurdo. Assurdo in quanto allo stesso e identico personale al quale per anni gli è stata “preclusa” ogni possibilità di “vincere questo concorso” per via della giovane età, adesso, invece, si stabilisce che lo stesso è troppo anziano per ambire ad un trasferimento perché ultra quarantenne.
A questa preclusione fanno il paio le particolari attribuzioni di incarico. Infatti, se ad esempio si è Bersagliere per via del corso MASB o peggio se si opera in reparti logistici od ospedali militari dove non si riesce ad ottenere un minimo di punteggio utile al trasferimento, questo diventa una chimera. Altro elemento eclatante, ma ve ne sarebbero decine da evidenziare, lo si rivede a proposito di corso anfibio, esempio significativo della illogicità che questa direttiva esprime. Invero, nella direttiva si menziona il citato corso o meglio la qualifica anfibia alpha: 5,5 punti per i qualificati alpha del Reggimento lagunari “serenissima”, paradossalmente però i qualificati alpha di Udine o Palmanova, che hanno lo stesso e identico brevetto, fanno lo stesso corso e le stesse attività con la Marina Militare al pari dei commilitoni del Reggimento “serenissima” non gli vengono attribuiti quei 5,5 punti incrementali. Dalla direttiva, emerge poi che si è, ad esempio, capo blindo a 43 anni, si può espletare tale incarico nel Reparto dove si opera ma non si può esserlo nel Reparto di destinazione in quanto troppo anziano. Non si comprende proprio tale logica e cosa abbia a che fare con il concetto di equità. Sempre a proposito di incarico, coloro che ne attendono ancora uno, spesso a causa dell’organizzazione del DIPE che li dovrebbe assegnare, e non certo per colpa del personale, e dunque in attesa di frequentare il corso previsto, se non ha più di 40 anni di età non può concorrere con l’incarico precedente e dunque viene incolpevolmente escluso. E ancora, se il personale ha espletato l’incarico di Istruttore presso i reparti di addestramento, ed è ad esempio un 8° corso mantenendo sempre un profilo “eccellente ” non sarà percettore, al pari di tutti gli altri Istruttori dal 14° corso in poi, degli 8 punti previsti, senza che vi siano differenze di alcun genere tra un corso o l’altro. Attenzione merita anche la discriminazione che sistematicamente si mette in campo nei confronti del personale fruitore di leggi speciali che tutelano posizioni particolari. LRM aveva più volte posto l’accento con lo Stato Maggiore su l’illecito derivato dall’applicazione della scorsa direttiva in merito alle ingiuste penalizzazioni dirette al personale temporaneamente assegnato. Tali dimostranze si erano dette prese in carico e superate in sede di ultimo incontro con il Sig. Capo di SME. Orbene, in fregio alle norme di Legge sulla non discriminazione del personale interessato, e a quanto garantito a questa APCSM, l’attuale direttiva fa uscire dalla porta le dette discriminazioni e le fa rientrare dalla finestra, precludendo, di fatto, le stesse opportunità di trasferimento al personale temporaneamente assegnato in forza di legge e tutelato dalle stesse”.
A questo punto, Votano chiosa e conclude chiedendo un incontro con il personale dello Stato Maggiore: “Occorre, ad avviso di questa Associazione Sindacale, una rivisitazione radicale sia dei termini di attribuzione dei punteggi, sia dei termini temporali di emanazione / presentazione istanza (che mettono in forte difficoltà anche gli uffici preposti). Occorre eliminare ogni sorta di favoritismo e di discriminazione, superando anche il concetto di età e di incarico previsti nell’attuale versione. Chiediamo un immediato incontro e la predisposizione di un tavolo tecnico con il personale preposto dello Stato Maggiore, al fine di rivedere nel suo complesso la direttiva in parola e andare incontro alle legittime aspettative del personale rappresentato”.
In queste ore, militari appartenenti al Nucleo Carabinieri Forestale di Castel Volturno, a seguito di una segnalazione telefonica pervenuta da privato cittadino inerente la presenza di una Cicogna all’interno di un canale di bonifica in comune di Cancello ed Arnone (CE), sono prontamente intervenuti unitamente […]
CronacaIn queste ore, militari appartenenti al Nucleo Carabinieri Forestale di Castel Volturno, a seguito di una segnalazione telefonica pervenuta da privato cittadino inerente la presenza di una Cicogna all’interno di un canale di bonifica in comune di Cancello ed Arnone (CE), sono prontamente intervenuti unitamente al personale di recupero animali del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Caserta.
Giunti sul posto i militari, una volta individuato l’esemplare di avifauna in questione, resisi conto delle difficoltà di volo che esso presentava, si sono calati all’interno del canale di bonifica e, mediante l’ausilio di attrezzature messe a disposizione dall’Ufficio Locale Marittimo della Guardia Costiera di Castel Volturno, anch’essi intervenuti sul posto, è stato possibile recuperare in sicurezza l’esemplare di Cicogna bianca che è stato subito trasportato all’Ospedale Veterinario Frullone di Napoli per le necessarie e dovute cure del caso.
Dalle prime notizie è escluso che l’animale sia stato attinto da colpi di arma da fuoco.
L’esemplare di Cicogna recuperata dovrebbe appartenere alla coppia che oramai da diversi viene stabilmente a riprodursi su un traliccio in Cancello ed Arnone, in quanto il luogo di ritrovamento è distante poco più di 800 metri da detto luogo di nidificazione.
L’animale verrà sottoposto alle cure del caso e non appena le sue condizioni di salute si saranno ristabilite si procederà alla sua reimmissione in natura.
Le prime aggressioni iniziate già nel 2018 e mai denunciate Il suo alito dava senso a quella bottiglia di vino semivuota, la violenza una diretta emanazione di quella dipendenza ormai consolidata. Per un 34enne di Giugliano sono scattate le manette, dovrà rispondere di maltrattamenti in […]
CronacaIl suo alito dava senso a quella bottiglia di vino semivuota, la violenza una diretta emanazione di quella dipendenza ormai consolidata.
Per un 34enne di Giugliano sono scattate le manette, dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia.
I carabinieri della stazione di Varcaturo sono stati allertati da una chiamata disperata. Una voce rotta dal pianto chiedeva aiuto, ad accompagnare le sue parole disperate un sottofondo di grida sconnesse e minacce.
L’intervento è stato immediato, la lite ancora in corso.
La vittima, una 25enne napoletana, era disperata.
Sul corpo visibili ematomi causati dalle botte.
L’uomo era ubriaco e, senza alcun motivo apparente, aveva preso a picchiare selvaggiamente la convivente. Le aveva stretto una mano al collo e poi l’aveva presa a calci alle gambe.
Poi pugni al torace e schiaffi in pieno volto.
Il 34enne è stato arrestato e portato in carcere, la vittima in ospedale.
Secondo quanto emerso, le vessazioni non erano una novità. Erano ormai 6 anni che andavano avanti, sempre causate dall’abuso di alcolici.
Restituito un patrimonio di oltre 200 milioni ai fratelli Pellini, condannati per disastro ambientale e ritenuti responsabili dell’inquinamento nell’area di Acerra “La decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato il decreto della Corte di Appello di Napoli e ha di fatto restituito un patrimonio […]
Dalla Regione“La decisione della Corte di Cassazione, che ha annullato il decreto della Corte di Appello di Napoli e ha di fatto restituito un patrimonio di oltre 200 milioni ai fratelli Pellini, condannati per disastro ambientale e ritenuti responsabili dell’inquinamento nell’area di Acerra, rappresenta per i cittadini della Terra dei fuochi una terribile beffa, che si aggiunge al danno inquantificabile subito nel corso degli anni”. Lo dice il consigliere regionale del Pd, Massimiliano Manfredi.
“Rispetto il lavoro della magistratura – aggiunge Manfredi – nel cui operato ho sempre riposto piena fiducia, ma non si può restare in silenzio e indifferenti di fronte a una palese ingiustizia, alla quale bisogna cercare di porre rimedio al più presto. Chi ha violentato la nostra terra, chi ha causato morte e devastazione, non può pensare che tutto si cancelli con un colpo di spugna perché la giustizia è arrivata tardi”.
“Come Stato e come istituzioni – conclude Manfredi – lo dobbiamo ai cittadini che vivono in questi territori, ai quali rinnovo tutta la mia vicinanza, con l’auspicio che all’opera di riqualificazione della Terra dei fuochi si affianchi d’ora in poi un cammino di vera giustizia. La credibilità dello Stato e la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni passano anche da qui”.
Lucio Sindaco: “Lieti che riapra l’ex caserma, ora ci si attivi per Vaccheria e Casertavecchia” Parcheggi, il vice sindaco e assessore alle attività produttive, Emiliano Casale, ha incontrato questa mattina al Comune i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. Le due associazioni di categoria avevano chiesto infatti […]
Dalla ProvinciaParcheggi, il vice sindaco e assessore alle attività produttive, Emiliano Casale, ha incontrato questa mattina al Comune i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. Le due associazioni di categoria avevano chiesto infatti un tavolo di confronto per essere aggiornati sulle riaperture della Pollio e del parking interrato di piazza IV Novembre. Relativamente all’area dell’ex caserma Pollio in viale Vittorio Veneto, l’assessore ha precisato che tornerà ad essere operativa subito dopo Pasqua. Previsto infatti per domani mattina l’ultimo sopralluogo congiunto con il Demanio, cui seguirà la firma del contratto con il concessionario. Per ciò che concerne invece il restyling del parcheggio di piazza IV Novembre, i lavori partiranno entro giugno e termineranno entro la fine dell’anno. Novità in vista anche per la frazione di San Leucio. Contestualmente all’attivazione della ztl e quindi prima della stagione estiva, verrà realizzato, in un’area privata, un parcheggio a uso pubblico per 150 posti auto. Tempi di attesa più lunghi invece per Vaccheria e Casertavecchia. Nel primo caso alcuni imprenditori hanno presentato, sia al Comune che alla Sovrintendenza, un progetto per trasformare un suolo agricolo in un parcheggio di pubblica utilità. Ciò comporterà un iter burocratico che necessiterà di un doppio passaggio istituzionale. Un discorso analogo anche per Casertavecchia dove però i progetti da parte dei privati non sarebbero ancora stati presentati. ‘Siamo lieti di apprendere – ha dichiarato il presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco – che la vicenda legata alla Pollio si sia finalmente sbloccata e che tra qualche giorno l’area parcheggio potrà riaprire così come auspichiamo venga rispettato il cronoprogramma degli interventi annunciato per il cantiere di piazza IV Novembre. Si tratta di due realtà che monitoriamo da tempo e sulle quali abbiamo chiesto spesso delucidazioni all’Ente. Restano le perplessità su Vaccheria e Casertavecchia dove insistono i disagi legati alla sosta che, di certo, si amplificheranno in occasione delle imminenti festività pasquali, con ripercussioni negative anche per le imprese del commercio e i pubblici esercizi. Speriamo che il Comune possa individuare al più presto una soluzione anche per queste aree. Nel frattempo, come associazione di categoria, continueremo a vigilare sull’operato dell’amministrazione comunale affinché possano essere rispettati gli impegni assunti e garantiti i servizi essenziali alla comunità’. Infine un passaggio sulle strisce blu e il pagamento della sosta. ‘Vorremmo al più presto – ha concluso il presidente Sindaco – avviare una interlocuzione con il Comune anche sui parcheggi a raso che riteniamo troppo onerosi e penalizzanti per la categoria. La nostra proposta è far sì che i titolari delle attività commerciali possano sostare, pagando un contributo annuale, sulle strisce gialle attualmente destinate esclusivamente ai residenti’.
In data odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa delle misure cautelari personali e reali disposta dal G.I.P. del Tribunale di Avellino, su richiesta di questo Ufficio, nei confronti di cinque persone, di cui due in carcere e tre […]
CronacaIn data odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa delle misure cautelari personali e reali disposta dal G.I.P. del Tribunale di Avellino, su richiesta di questo Ufficio, nei confronti di cinque persone, di cui due in carcere e tre agli arresti domiciliari. Nel contempo, sono state eseguite 12 perquisizioni nei confronti di persone fisiche e giuridiche, ed è stata data esecuzione al sequestro preventivo, per un ammontare complessivo di circa 3 milioni di euro, in relazione ai reati di riciclaggio, reimpiego di profitti illeciti ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti.
Gli odierni provvedimenti – eseguiti anche con il supporto dei finanzieri appartenenti al Gruppo di Fermo e alle Compagnie di Castellamare di Stabia (Na) e di Cava dei Tirreni (Sa) – sono l’epilogo di complesse e articolate investigazioni eseguite dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Solofra, nell’ambito delle quali è stata individuata una struttura organizzativa, con base nel polo conciario di Solofra e diverse ramificazioni nelle province di Avellino, Salerno, Napoli e Fermo.
In particolare, le attività di indagine, coordinate da questa Procura della Repubblica, hanno consentito di acquisire significativi elementi che hanno condotto a ritenere che i due soggetti attinti dalla misura cautelare in carcere, attraverso compiacenti “prestanome” e società “cartiere” avevano posto in essere un articolato sistema di frode fiscale, per oltre 45 milioni, mediante un vasto giro di fatture false, trasferendo poi parte delle illecite somme di denaro, per circa 1,7 milioni euro, tramite numerose movimentazioni bancarie, verso paesi extracomunitari, ed in particolare verso la Repubblica Popolare Cinese.
I complessi accertamenti – eseguiti anche mediante la consultazione delle banche dati in uso al Corpo della Guardia di Finanza, l’analisi dei flussi finanziari e delle comunicazioni telematiche, sopralluoghi ed escussione in atti di numerosi soggetti, hanno permesso di accertare che gli indagati hanno eseguito molteplici trasferimenti di capitali tra le società coinvolte nel sistema fraudolento, effettuando nel contempo diversi cambi di amministratore e cessioni di quote societarie, al fine di allontanare i sospetti dalla loro persona e dissimulare i capitali utilizzati.
Sulla base degli elementi raccolti è stato possibile ritenere, allo stato del procedimento, che gli indagati attinti dalle misure cautelari riciclavano i proventi illeciti, utilizzando anche dei contratti fittizi con altre aziende e adottando l’escamotage della “cessione dei crediti”, grazie al quale la società, che rappresentava il centro di interessi primario, non risultava apparentemente coinvolta nel trasferimento
All’esito di complesse attività di indagini coordinate dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Dentecane hanno eseguito un’Ordinanza del Tribunale del Riesame di Benevento, emessa a seguito di accoglimento dell’appello del pubblico ministero avverso il rigetto del Gip presso […]
CronacaAll’esito di complesse attività di indagini coordinate dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione di Dentecane hanno eseguito un’Ordinanza del Tribunale del Riesame di Benevento, emessa a seguito di accoglimento dell’appello del pubblico ministero avverso il rigetto del Gip presso il Tribunale di richiesta cautelare reale, che ha disposto il sequestro preventivo di una società risultata – di fatto – inesistente, delle relative quote e ogni altro bene alla stessa riconducibile, consistente in particolare di un parco macchine di oltre duecento veicoli.
Due gli indagati, un 50enne di Pietradefusi ed un 59enne di Avellino.
Per loro l’accusa è di falso ideologico in atto pubblico attraverso l’induzione in errore di pubblico ufficiale, poiché, dissimulando l’esistenza della S.r.l. – la cui sede legale era stata indicata presso l’indirizzo di residenza di uno dei correi – hanno reiteratamente indotto i titolari di agenzie automobilistiche ( che di fatto svolgono pubbliche funzioni per conto del Pubblico Registro Automobilistico) ad effettuare passaggi di proprietà in sostanza fasulli.
Di fatto le autovetture entravano in possesso non dei titolari formali delle società, ma di altri soggetti con l’impossibilità di accertare il reale utilizzatore, ed emergendo invece che ripetutamente le autovetture in questione sono state utilizzate per commettere reati contro il patrimonio, ovvero per circolare nonostante fossero gravate da sanzioni amministrative.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari ed i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.